Covid: cambiano i protocolli e arriva un nuovo vaccino

Quella del Covid non è una pratica – ancora – da archiviare. Lo sostengono gli esperti, lo confermano le mutazioni del virus e l’aumento dei contagi registrato nelle ultime settimane. La nuova variante, denominata Pirola, desta preoccupazioni a causa “delle caratteristiche e delle molte mutazioni” che la definiscono, così come spiegano gli esperti tra cui, Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma e il virologo Fabrizio Pregliasco. 

Altre novità, invece, riguardano i protocolli nelle strutture sanitarie e la gestione del monitoraggio epidemiologico. 

Covid in Italia

Prudenza è la parola d’ordine. Nonostante lo scorso maggio sia stata ufficialmente dichiarata la fine della pandemia, il Covid continua a propagarsi, seppure in maniera differente rispetto agli ultimi anni. Serve, dunque, secondo la medicina, osservare prudenza e non relegare al dimenticatoio quanto accaduto a inizio 2020. 

I dati sono chiari. I casi registrati in Italia dal 17 al 23 agosto sono 11.606; ovvero un +96,1% rispetto alla settimana precedente. Contestualmente sono cresciuti i ricoveri legati alla malattia; sono 44 le persone ricoverate in terapia intensiva. Numeri decisamente lontani da quelli osservati a partire dal febbraio 2020, ma le nuove varianti e le forme acute in cui si manifestano, che poi aggrediscono soprattutto le persone fragili, vanno monitorate e gestite con estrema attenzione. 

Il virologo Fabrizio Pregliasco annuncia un nuovo rialzo dei contagi da Covid e spiega che, ad oggi, sono oltre mille le persone ricoverate in ospedale perché colpite dal virus. “Non sono tantissime – chiarisce – se si considera che nello stesso periodo dell’anno scorso erano circa 6mila, ma comunque sono pazienti che sviluppano una patologia che non è quella dell’influenza. E in ogni caso anche l’influenza può fare male”.

Pregliasco, inoltre, spiega le ragioni per cui, inoltre, la variante Pirola è sotto la lente di ingrandimento dell’OMS: “ha delle caratteristiche che non ci piacciono molto: molte mutazioni, in particolare una che si rifà alla vecchia variante Delta e una addirittura al ceppo ancestrale di Wuhan. Tutto questo fa evidenziare una capacità diffusiva più elevata e la necessità di un monitoraggio”.

I nuovi protocolli e il vaccino per la variante Kraken

Durante le ultime ore si è riunito il gruppo di lavoro sul monitoraggio Covid  formato dall’Istituto superiore di sanità, da alcuni importanti Irccs, dalle principali società scientifiche del settore e dai rappresentanti delle Regioni. L’incontro, stando alle prime indiscrezioni, avrebbe prodotto una nuova circolare che andrà a modificare l’attuale gestione dei tamponi da effettuare ai pazienti che entrano in ospedale: in breve, i test verranno effettuati solo ai sintomatici. 

In più, considerando l’andamento dei contagi, che si è in crescita ma non in maniera determinante, sarebbe prevista la volontà di superare l’attuale sistema di monitoraggio, utilizzando quindi nuovi indicatori e un sistema di sorveglianza integrata (già in essere per altre malattie respiratorie come l’influenza). 

Tra le altre cose, proprio oggi, 30 agosto, l’EMA ha dato il via libera al vaccino firmato Pfizer realizzato per la sottovariante Omicron XBB.1.5, chiamata anche Kraken. 

Il Covid nel mondo

Su scala globale, precisamente nelle sei regioni dell’OMS, sono stati registrati invece 1,5 milioni di nuovi casi, nel periodo di tempo che va dal 24 luglio al 20 agosto. In ogni regione, tuttavia, si sono verificate situazioni differenti tra loro. Inoltre, spiega l’OMS sulla pagina web dedicata al monitoraggio della diffusione del Covid che a “partire dalla settimana del 7 agosto 2023, la Regione delle Americhe ha sospeso il suo specifico Aggiornamento Epidemiologico COVID-19”.

Ad ogni modo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità chiarisce che: nella regione europea si parla di un rialzo del +11% in merito ai contagi, nella regione del Pacifico occidentale +88% e in quella orientale Mediterranea +112%. Contrariamente, si osserva una diminuzione in due regioni dell’OMS: la regione africana, -84%, e la regione del Sud-Est asiatico che conta un -45%. 

Resta la preoccupazione per le nuove varianti. In merito l’OMS riferisce: “Il COVID-19 rimane una grave minaccia e l’OMS esorta gli Stati membri a mantenere, e non a smantellare, la propria infrastruttura COVID-19”. Anche perché va considerato che non vengono più effettuati i test come accadeva in precedenza; pertanto il numero dei casi potrebbe variare sensibilmente se i dati fossero completi.

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