ZES unica: cos’è e quali aree interessa? Il punto sulla misura per il rilancio del Sud Italia

Il via libera allo sblocco della terza rata del PNRR (18,5 miliardi) e l’istituzione della ZES – ovvero di un’unica Zona Economica Speciale che va a superare le attuali 8 zone economiche speciali già previste e istituite per rafforzare il sistema e sostenere la crescita e la competitività del Mezzogiorno (Decreto legge 20 giugno 2017 n. 91, convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 2017 n. 123) – rappresentano step importanti per affrontare i cambiamenti a cui l’Italia andrà incontro durante i prossimi anni. 

In particolare, le misure previste per la ZES, che si riferiscono al Sud della Penisola, possono concretamente rendere le aree interessate competitive sul piano nazionale e internazionale e favoriscono la semplificazione e l’accelerazione delle procedure approvative/autorizzative e di sostegno alle imprese. La proposta, accolta favorevolmente dalla Commissione europea la scorsa settimana, mira dunque a fornire nuova linfa vitale all’intero Mezzogiorno d’Italia. Le regioni che potranno beneficiare di tale misura sono: Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Molise, Calabria, Sicilia e Sardegna.

La crisi del Mezzogiorno

La ZES unica e gli altri interventi previsti dell’esecutivo (come l’assegnazione dei fondi del PNRR agli Enti Meridionali per oltre 20 miliardi) assumono un ruolo decisivo nel processo di transizione che l’intero Paese sta attraversando. Al Sud cresce il numero di disoccupati, così come quello dei NEET. In più, sul piano strettamente economico, stando al rapporto annuale 2021 dello Svimez – associazione per lo sviluppo dell’industria nel mezzogiorno -, il rimbalzo del PIL post Covid c’è stato sia al Nord che al Sud, ma i numeri sono decisamente lontani: rispettivamente +6.8% contro +5%. Si pensi, infine, che su due milioni di famiglie italiane povere, 775 mila si trovano al Sud.

Gli obiettivi della ZES

Dunque, la ZES si pone l’obiettivo di ridurre la forbice economica tra il Nord e il Sud della Penisola, ma non solo: il gap da colmare è internazionale, dunque le strategie messe a punto dovrebbero fare in modo di aprire la strada a un rilancio netto delle aree interessate anche oltre i confini. 

Gli strumenti di incentivazione messi a punto dalla misura saranno adoperati sinergicamente e in coerenza con gli altri strumenti di programmazione pluriennale europei e nazionali: PNRR e relativo capitolo REPowerEU, la politica di Coesione e il Fondo di Sviluppo e Coesione.

Durante l’incontro a Bruxelles dello scorso 13 luglio il Ministro agli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, e la Vicepresidente Esecutiva della Commissione europea e Commissaria per la Concorrenza, Margrethe Vestager, hanno avviato anche un confronto inerente alla misura ‘Decontribuzione Sud’ in scadenza al 31 dicembre 2023.

Come chiarisce una nota diffusa dal Dipartimento per le Politiche europee, “il Governo intende promuovere un quadro normativo stabile pluriennale di riferimento per le imprese e per i lavoratori, al fine di sostenere l’occupazione nel Mezzogiorno, in particolare per le donne e i giovani. Su questo la Vicepresidente Vestager ha espresso la piena disponibilità della Commissione ad aprire un dialogo con il Governo italiano per la trasformazione di questo strumento in una misura strutturale e permanente, rendendola al tempo stesso più orientata agli investimenti ed andando così incontro alle necessità e alle sfide per la crescita economica del Mezzogiorno”.

Il commento del Ministro Fitto: “un volano per l’economia del Sud

A margine dell’incontro, il Ministro Fitto ha evidenziato come “queste misure rappresentano importanti strumenti per accrescere l’attrattività e la competitività del Mezzogiorno d’Italia riducendo i divari con il resto del Paese e dell’Ue“. Inoltre, ha aggiunto: “La Zes unica rappresenta un’importante opportunità di sviluppo e di attrazione degli investimenti, che insieme all’utilizzo efficace delle risorse europee e nazionali, può rendere il Mezzogiorno d’Italia un riferimento importante non solo del nostro paese ma di tutto il continente europeo“.

Un importante passo in avanti per il Mezzogiorno perché: “Si tratta di un vero e proprio volano decisivo per l’economia del Sud, dell’Italia e del Mediterraneo, capace di segnare una svolta per il rilancio anche in termini di rinnovata centralità dell’intera area“.

Fitto ha anche commentato l’apertura della Commissione alla ‘Decontribuzione Sud‘: “Positiva anche l’apertura del Commissario sulla misura ‘Decontribuzione Sud’, che si cercherà di rendere strutturale, dando così certezza normativa e temporale ad imprese e lavoratori“.

Giorgia Meloni: “Un importante cambio di passo per l’economia del Sud”

Anche il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si è espressa positivamente sulla questione e ha ricordato che: “Lo sviluppo dell’economia del Mezzogiorno è una priorità del nostro Governo. Siamo però convinti che questo obiettivo debba essere raggiunto abbandonando la logica assistenziale che non funziona, ma dando opportunità di lavoro e crescita e rendendo queste aree del Paese competitive e attrattive per investimenti ed imprese. La ZES unica va esattamente in questa direzione e costituisce un cambio di passo per l’economia del Sud”.

Inoltre, ha aggiunto: “Bene anche l’apertura di un dialogo con la Commissione Ue per modificare e rendere permanente la misura della Decontribuzione Sud, un intervento che il Governo aveva già prorogato fino alla fine del 2023 e che si è dimostrato molto efficace”.

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