Lo scorso 13 luglio è stato presentato a Milano il rapporto “Valorizzazione della rete dei volontari alleati per la salute”. Si tratta di un documento che intende rendicontare il valore economico e sociale dell’operato dei volontari in un settore specifico, quale quello della sanità. Il periodo di riferimento va dal 1° gennaio al 31 dicembre 2021.
Hanno dato vita al progetto realtà tra loro diverse che, tuttavia, condividono intenti e obiettivi: AIL (Associazione Italiana contro leucemie, linfomi e mieloma), AISC (Associazione Italiana scompensati cardiaci), APMARR (Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e rare), Europa Donna Italia e la sua rete associativa UNIAMO (Federazione Italiana Malattie rare). Ha contribuito al lavoro PwC, fornendo un supporto metodologico necessario per l’indagine.
Introduzione al Rapporto
Il documento parte da un presupposto: il peso specifico del lavoro svolto dagli attori protagonisti del Terzo Settore in Italia. Richiamando i dati Istat inerenti alla rilevazione effettuata per il censimento permanente delle istituzioni non profit 2021, nell’introduzione si parla quindi di numeri e di concretezza. Dal 2015 si è verificato un calo netto del numero di volontari nel settore, che si quantifica in un -15,7%.
Tuttavia, continua ad essere determinante il loro apporto in una società complessa, che vive continue trasformazioni. Il settore, dunque, resta fondamentale per rispondere ai bisogni e alle necessità della comunità. Se ne è avuto pienamente contezza durante l’emergenza sanitaria, ma l’impegno è quotidiano e non cambia in base alle emergenze.
Al netto dei fatti, si potrebbe asserire che l’impegno cambia sì, ma in base alle esigenze. Nel paragrafo in cui si introduce la metodologia vengono indicati i criteri con cui è stata svolta l’indagine: “Il Rapporto – si legge in proposito – è stato predisposto tenendo in considerazione le linee guida e gli standard per la redazione del Bilancio Sociale degli Enti del Terzo Settore previsti dal Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 4 luglio 2019”.
Per fornire una rappresentazione sintetica e di valore del Rapporto stesso, sono stati selezionati “indicatori precisi che garantissero la coerenza ai principi del suddetto Decreto”. Più nello specifico, si parla di: “rilevanza, completezza, trasparenza, neutralità, competenze del periodo, comparabilità, chiarezza, veridicità, verificabilità, e attendibilità e autonomia delle terze parti”.
“Valorizzazione della rete dei volontari alleati per la salute”: il Rapporto
La rendicontazione, dunque, dimostra “come la valorizzazione della rete di volontari Alleati per la salute è un’importante iniziativa per migliorare l’efficacia del lavoro di tutti gli stakeholder che ruotano intorno alle attività delle Organizzazioni coinvolte”.
In numeri: nel corso del 2021, le cinque organizzazioni e la rete associativa hanno raccolto fondi per oltre 56 milioni di euro. Ciò è avvenuto tramite diversi canali come: donazioni, 5×1000, bandi pubblici, privati e sponsorizzazioni). Dati che confermano come l’impegno dei volontari e delle realtà coinvolte riescano a fornire un sostegno concreto al sistema welfare nazionale.
Quanto al fattore umano, senza il quale non sarebbe possibile raggiungere risultati di tale interesse, le cinque organizzazioni si sono avvalse dell’opera di 19.630 volontari. Il loro impegno, prevalentemente, si è espresso in sensibilizzazione, prevenzione, e supporto ai pazienti. 58 mila persone le persone assistite. Si è stimato quindi il valore economico generato dai volontari: oltre 20 milioni di euro.
Il commento dei promotori
Pino Toro, Presidente Nazionale di AIL, ha spiegato che per la sua associazione “un paziente non deve mai essere lasciato solo. Abbiamo ottimi ospedali, ma quando il paziente esce spesso è solo, è in condizioni difficili, dal punto di vista economico e sociale”.
Ed è proprio in queste circostanze che subentra l’impegno dei volontari: “Sono 15 mila i volontari, presenti negli ospedali, che sono stati formati e che si prendono cura anche della sofferenza psicologica del malato durante tutto il percorso terapeutico”. “Si parla – spiega ancora Toro – troppo poco di sanità […] le associazioni possono contribuire ad alzare la soglia di attenzione su questa emergenza, bisogna alzare una voce unica”.
La Presidente di Europa Donna Italia, Rosanna d’Antona, ha chiarito: “Le associazioni di volontariato legate alla salute hanno un ruolo importante nel nostro Paese, e questo rapporto lo evidenzia con enfasi grazie ai dati presentati oggi. L’idea alla base di questo progetto è quella di condividere e mettere a sistema le varie expertise delle singole associazioni per rilevare il reale supporto del volontariato sia verso i pazienti sia verso le Istituzioni e continuare in un’ottica di sempre migliori soluzioni per la salute in Italia”.
Maria Rosaria Di Somma, Consigliere delegato Aisc, ha aggiunto: “L’analisi che emerge dal Rapporto mette in luce la capacità del settore di sapersi adeguare alle nuove regole normative, di essere in grado di strutturarsi a livello organizzativo, seppure secondo le diverse dimensioni e risorse, di rappresentare un segmento significativo nel contesto economico e produttivo del Paese, ma soprattutto di rappresentare uno dei pilastri su cui si basa il sistema sanitario nazionale come enunciato nella mission 5 del Pnrr.
In tale ultimo ruolo, il terzo settore si identifica e vuole sempre più essere un interlocutore costruttivo e propositivo delle istituzioni nelle scelte che queste sono chiamate a delineare in un momento estremamente delicato per la nostra assistenza sanitaria”.