Una stella perché brilla di luce propria, perché guida, perché brucia ma non muore. In campo e fuori dal campo Megan Rapinoe è ed è stata una vera stella. Di quelle che puoi guardarne a centinaia, ma nessuna sfolgora come lei. Ha conquistato titoli, guidando la nazionale e i club in cui ha giocato verso vittorie storiche, si è battuta per i diritti delle minoranze, combattendo con tenacia per l’equal pay e tenendo sempre fede a se stessa e ai propri principi, ha sorpreso tutti annunciando il ritiro dalle scene solo alcuni giorni fa, ricordando al mondo che quando un sogno si realizza, lo si può lasciare andare con un “profondo senso di pace e gratitudine”.
Il Mondiale che prende il via oggi in Australia e in Nuova Zelanda, e che terminerà il prossimo 20 agosto, segna l’ultima tappa del suo viaggio calcistico internazionale con la Nazionale USA.
Megan Rapinoe: Da Victoria’s Secret all’accordo storico sulla parità retributiva per le calciatrici
Chi, almeno una volta nella vita, non si è imbattuto, sfogliando una rivista, scrollando la home di un social network o ciondolando in aeroporto, in un angelo di Victoria’s Secret? Capelli lunghissimi e lucenti, sguardi profondi valorizzati da make up impeccabili, corpi scolpiti e ali maestose a incorniciare il tutto. Un’immagine tanto iconica, quanto politicamente scorretta. Le donne non sono tutte così, anzi.
Allora il brand, probabilmente pronto ad affrontare un cambiamento che raccontasse le donne vere, che esaltasse il talento e la fatica, nel 2021 ha improvvisamente sterzato e invertito la marcia: addio angeli esteticamente perfetti, benvenuti angeli di successo. “Dobbiamo smetterla di essere quello che vogliono gli uomini. Quando il mondo si stava evolvendo, noi siamo stati troppo lenti nel rispondere”, aveva riferito all’epoca al New York Times Martin Waters, l’amministratore delegato di Victoria Secret.
Ed ecco quindi una nuova campagna che contava tra le protagoniste proprio Megan Rapinoe. Una calciatrice di fama mondiale dai capelli cortissimi che sfida il sistema, si batte per l’equal pay e per i diritti della comunità LGBTQI+.
Siamo partiti dalla sua partnership con Victoria’s Secret perché sintetizza perfettamente Megan Rapinoe come persona e come personaggio pubblico. Sempre pronta a metterci la faccia, caparbia ed estremamente attenta a scegliersi le battaglie da seguire.
Il post mondiali di Francia 2019
Proprio questa sua indole e probabilmente anche la laurea in sociologia e scienze politiche, conseguita all’Università di Portland, l’hanno portata a non intonare l’inno nazionale quando l’America era guidata da Donald Trump, in segno di protesta per le discriminazioni subite dalle minoranze negli USA. Un gesto molto forte, soprattutto per un popolo estremamente patriottico quale è quello americano. Nel 2019, dopo aver conquistato la vittoria ai mondiali di Francia, non ha accolto l’invito alla Casa Bianca guidata dal medesimo principio. Ha vinto tutto anche fuori dal campo; grazie alla concretezza delle parole e delle azioni portate avanti insieme alle colleghe – una battaglia legale dura e complessa -, la US Soccer e la United States Women’s National Team (USWNT) hanno mediato un accordo storico sulla parità retributiva.
Quello dell’equal pay è per lei un punto fermo, non solo per una questione economica, ma anche perché, come Rapinoe stessa ha più volte ribadito, deve essere importante per le calciatrici di domani credere in un sogno vero, solido, sentirsi professioniste che non abbiano nulla in meno degli altri.
Pallone d’oro, scarpa d’oro, due volte campionessa del mondo
Arriviamo ai successi sportivi, quelli che le hanno consentito di entrare nella hall of fame del calcio femminile mondiale. Megan Rapinoe ricopre il ruolo di centrocampista offensiva e fiuta la porta come poche. Di destro o sinistro che sia, è letale il suo tiro da fuori. Domina gli spazi e crea occasioni per le compagne. Non è un caso che sia due volte campionessa del mondo (Canada 2015 e Francia 2019), che nel 2012, ancora insieme alla nazionale, abbia conquistato l’oro alle Olimpiadi di Londra e nel 2020 un bronzo alle olimpiadi di Tokyo.
Nella NWSL, National Women’s Soccer League, veste la maglia delle OL Reign (squadra di Tacoma), team con cui giocherà la sua ultima stagione.
In bacheca, poi, Rapinoe conserva gelosamente un Pallone e una Scarpa d’oro.
“È con un profondo senso di pace e gratitudine che ho deciso che questa sarà la mia ultima stagione praticando questo bellissimo gioco. Non avrei mai potuto immaginare i modi in cui il calcio avrebbe modellato e cambiato la mia vita per sempre, ma dallo sguardo sul viso di questa bambina, penso che lei lo sapesse fin dall’inizio”. Così, lo scorso 8 luglio, ha annunciato il ritiro dal calcio giocato. In tempi non sospetti aveva anche aperto a una carriera in politica e considerando l’impegno costante, la grinta e la passione con cui si è sempre battuta per i diritti e le conquiste, l’ultimo mondiale potrebbe rappresentare solo un nuovo punto di partenza.
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