A luglio il pallone inizia già a rotolare. Sulle pagine dei principali quotidiani sportivi nazionali trovano spazio notizie provenienti dai ritiri delle squadre che giocheranno il massimo campionato italiano, ma anche bombe di calciomercato che infiammano le tifoserie ed aggiornamenti quotidiani sul nuovo eldorado: il campionato arabo che a suon di decine di milioni riesce a conquistare i cuori e i portafogli dei più importanti protagonisti del calcio europeo. Poco o nulla, invece, c’è sul Mondiale di calcio femminile che si disputerà in Australia e Nuova Zelanda dal 20 luglio al 20 agosto.
Eppure, dopo le ultime due mancate qualificazioni ai Mondiali di Russia e Qatar da parte degli Azzurri, a tenere alto il calcio italiano nella massima competizione internazionale ci pensano sempre le ragazze di Milena Bertolini, quelle calciatrici che stanno ispirando le nuove generazioni, che stanno abbattendo barriere figlie di un retaggio culturale e che, dopo tante battaglie, non solo sulla parità di genere, sono diventate professioniste.
La Coppa nel “Continente nuovissimo”
Mentre sulle due sponde dell’Atlantico c’è fermento e l’attesa si rivela spasmodica, lungo lo Stivale tutto sembra tacere, nonostante manchi sempre meno al fischio d’inizio del match inaugurale. Il prossimo 20 luglio, alle ore 09:00 italiane, allo stadio Eden Park di Auckland, casa degli All Blacks di rugby, con la sfida tra le padrone di casa e la Norvegia scatterà la nona edizione della Coppa del Mondo di calcio femminile, per la prima volta allargata a 32 nazionali. Tre ore più tardi, invece, le australiane sfideranno le irlandesi all’Accor Stadium di Sydney, un impianto che può arrivare a contenere 83 mila spettatori.
L’Italia al Mondiale per la seconda volta consecutiva
Per vedere all’opera le Azzurre bisognerà attendere ancora quattro ulteriori giorni. Il 24 luglio, alle ore 08:00 italiane, Cristiana Girelli e compagne saranno impegnate ad Aukland, in Nuova Zelanda, contro l’Argentina. Negli altri due incontri del gruppo G, invece, dovranno vedersela contro la temibilissima Svezia (29 luglio, ore 09:30) ed il Sudafrica (2 agosto, ore 09:00). Il passaggio del turno non è impossibile, anche se le scandinave sembrano avere qualcosa in più rispetto alle altre pretendenti.
L’Italia arriva al suo secondo Mondiale consecutivo memore di un ottimo torneo disputato in Francia nel 2019. Quattro anni fa, il cammino delle azzurre si interruppe ai quarti di finale. Contro l’Olanda, che a sorpresa seppe arrivare fino all’atto conclusivo, grazie ad una difesa granitica, finì 2 a 0 per le Oranje. Le Azzurre uscirono in lacrime ma con la consapevolezza di aver giocato un buon torneo e di aver messo in seria difficoltà le avversarie, soprattutto nel primo tempo quando costruirono due nitide occasioni per passare in vantaggio.
La vendetta, sportivamente parlando, potrebbe arrivare molto presto. I possibili incroci potrebbero metterle una di fronte all’altra al primo turno ad eliminazione diretta. Nel caso in cui l’Italia dovesse vincere il proprio girone, potrebbe incontrare la seconda classifica del gruppo E. Tolti gli Stati Uniti che dovrebbero fare storia a sé, l’altro posto se lo giocheranno le Nazionali di Olanda e Portogallo, con le prime leggermente più avanti.
Raggiungere nuovamente i quarti di finale vorrebbe dire confermarsi ai massimi livelli dell’élite calcistica e dare ancora maggiore visibilità e credibilità al movimento.
Le parole del C.T. Milena Bertolini a fifa.com alla vigilia del Mondiale di calcio femminile
“La nazionale qui è di traino: quando c’è l’Italia gli italiani la seguono, anche più dei club – ha dichiarato Milena Bertolini al sito fifa.com -. Per questo la nostra squadra ha un ruolo importante e grosse responsabilità per il nostro movimento, ovviamente nei limiti di quello che possiamo fare. In Italia stiamo crescendo rispetto agli anni passati. Rispetto ai paesi stranieri, però, più evoluti in tal senso, dobbiamo accelerare, investire di più e correre tanto perché partiamo con un gap molto evidente e per arrivare al loro passo c’è bisogno di fare ancora tanto”.
Responsabilità e voglia di stupire. Queste le prerogative della Nazionale che può contare su un gruppo di ragazze coeso e compatto. Dopo le difficoltà incontrate all’Europeo, le Azzurre sono state molto brave a trasformare la delusione in energia positiva, arrivando a staccare il pass per la competizione mondiale in Australia e Nuova Zelanda. Nel “Continente nuovissimo” proveranno a scrivere un’altra pagina importante della storia dello sport più popolare. I loro goal e le loro gesta diventeranno tanti piccoli messaggi per avvicinare le bambine al gioco del calcio e per favorire la crescita di tutto il movimento e, perché no, di un prodotto.
Stupire per far crescere ancor di più il calcio femminile in Italia
“Il calcio femminile in Italia è cresciuto tantissimo negli ultimi anni – ha ribadito l’allenatore australiano della Juventus femminile, Joe Montemurro, al sito fifa.com -. La Juve, ad esempio, ha alzato l’asticella e la Champions League è stata la competizione più importante per la crescita del movimento femminile. Aumentano le partite, aumentano le trasferte, ci siamo avvicinati alla realtà. Ora siamo più vicini al calcio vero, in termini di impegni e prestazioni. Più giochi a questi livelli e più puoi crescere. La bellezza del calcio è che ogni realtà ha le sue caratteristiche peculiari. In Inghilterra, tuttavia, sono avanti dal punto di vista di trasmissione del “prodotto”. C’è più spettacolo: stadi, partite, televisione, marketing, comunicazione. Questo è un aspetto molto importante per arrivare a tutte le persone, anche quelle meno appassionate. Vedere una partita in uno stadio come quelli inglesi fa aumentare l’hype intorno a una partita, ad esempio. Secondo me, sono queste le differenze tra i due tipi di calcio femminile”.
32 squadre al via: davanti a tutte ci sono le statunitensi
Dal 1991, anno della prima manifestazione internazionale, al 2019, 4 degli 8 Mondiali disputati sono finiti negli States. Le rimanenti 4 edizioni hanno visto trionfare la Germania, due volte, la Norvegia ed il Giappone.
Dopo due vittorie consecutive (2015 e 2019), gli Stati Uniti sono considerati da tutti gli addetti ai lavori come i veri favoriti. A guidare la “Nazionale a stelle strisce” con la fascia da capitano al braccio sarà ancora una volta Megan Rapinoe. La trentottenne calciatrice, leader degli U.S.A., icona globale e modello d’ispirazione per tanti cittadini, ha già annunciato di volersi ritirare a fine stagione. È logico pensare che cercherà in tutti i modi di conquistare la sua terza World Cup consecutiva. In Francia fu una trascinatrice formidabile, a tal punto da essere eletta miglior giocatrice dell’anno solare.
Le altre pretendenti alla World Cup
Se il team born in U.S.A. non sembra avere punti deboli, in Europa non mancano delle corazzate capaci di mettere in difficoltà le 4 volte Campioni del Mondo. Tra queste, merita una menzione speciale l’Inghilterra. Le suddite di Sua Maestà, Campionesse d’Europa in carica, vogliono compiere quello step ulteriore che è mancato nel 2015 e nel 2019. Le semifinali, insomma, non bastano più. A Lione, quattro anni fa, sbagliarono a 8 minuti dallo scadere il possibile rigore che avrebbe portato la sfida contro gli Stati Uniti ai supplementari. Il sogno di battere le Campionesse in carica si frantumò in quegli 11 metri che separano il dischetto dalla linea di porta e in quei pochi centesimi di secondo che divisero il tiro della Houghton dalla parata della Naeher.
Rimanendo nel Vecchio Continente, cullano sogni di gloria la Germania vicecampione d’Europa, le Nazionali scandinave (la Svezia è inserita nel gruppo H insieme all’Italia, la Danimarca nel gruppo D dove si troverà di fronte l’Inghilterra e la Cina, la Norvegia è nel gruppo A con la Nuova Zelanda e la Svizzera), la Francia e l’indecifrabile Olanda.
Da tenere d’occhio l’Australia di Samantha Kerr, la calciatrice del Chelsea che è finita sulla copertina di un videogame insieme a Kylian Mbappé del PSG, ed il Brasile. Se in campo la guida sarà Marta Vieira da Silva, pronta a tuffarsi nel suo sesto ed ultimo Mondiale, in panchina ci sarà un’icona del calcio svedese come Pia Sundhage. La sessantatreenne ha vinto due ori olimpici alla guida degli Stati Uniti (Pechino 2008 e Londra 2012), un argento olimpico con la Svezia a Rio de Janeiro 2016 ed una Copa America Femenina in sella al Brasile soltanto un anno fa.
L’attesa è quasi finita. Poi, a partire dal 20 luglio, si inizierà a vivere questa avventura. Con la speranza che sia un’altra bellissima estate di calcio, di sport e di mattine magiche.