Concorsi pubblici: il 15% dei posti riservati a chi ha fatto il Servizio Civile

Invocata a gran voce per dare un segnale forte. Proposta anche per riconoscere le competenze acquisite dai nostri giovani di età compresa fra i 18 e i 28 anni che si sono messi al Servizio della Nazione, contribuendo con la loro attività di volontari alla realizzazione di un progetto nazionale o internazionale, a carattere socio-assistenziale, culturale, educativo o sportivo. Condivisa e difesa, altresì, da tutti gli attori sociali e politici. Alla fine, quell’idea di riservare una quota dei posti nei concorsi pubblici a chi ha svolto il Servizio Civile è entrata in un emendamento del Governo italiano.

Dopo il primo sì della Camera e l’approvazione in via definitiva al Senato, il Decreto legge Pubblica Amministrazione prevede che nei concorsi pubblici il 15% dei posti sia riservato a quegli operatori volontari che hanno concluso la loro esperienza in un progetto di Servizio Civile Universale senza alcun demerito.

Nella nota del Dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio Civile Universale si legge che si tratta di “un riconoscimento al valore e all’esperienza di chi ha prestato servizio come volontario dedicandosi, per un periodo della propria vita, alla cura del bene pubblico e sviluppando sempre di più senso civico e spirito di appartenenza alle nostre comunità.

Anche il Forume del Terzo Settore applaude la decisione del Governo

I segnali e i messaggi inviati negli ultimi mesi dal Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, dal Capo del Dipartimento per le politiche giovanili ed il Servizio Civile Universale, Michele Sciscioli, dal presidente del Forum Nazionale del Servizio Civile Universale, Enrico Maria Borrelli, e da tutti gli Enti accreditati sono stati colti, ma soprattutto accolti.

Tra chi ha applaudito con enorme piacere alla notizia dell’approvazione dell’emendamento, c’è il Forum del Terzo Settore.

Esprimiamo soddisfazione per la norma, contenuta nel decreto legge sulla Pubblica amministrazione approvato in via definitiva, che riserva a chi ha svolto attività di Servizio civile il 15% dei posti nei concorsi pubblici – ha dichiarato tramite una nota Vanessa Pallucchi, portavoce dell’organismo che al suo interno include i mondi del volontariato, della cooperazione sociale, dell’economia sociale, della solidarietà internazionale, della finanza etica e del commercio equo e solidale -. Il Servizio civile rappresenta infatti un momento importante di acquisizione di competenze trasversali e di cittadinanza fondamentali per una società inclusiva, da impiegare anche in ambito lavorativo: è un bel segnale che questo venga riconosciuto.

 

Servizio Civile: il 15% dei posti nei concorsi pubblici rappresenta un incentivo a compiere un’esperienza al servizio della Nazione e della propria comunità

Negli ultimi due anni, per diversi motivi, il Servizio Civile Universale ha registrato una frenata nel numero di domande ed un alto tasso di abbandoni in corso d’opera. Per interrompere questa tendenza, in più di un’occasione si è parlato di aggiornare un istituto importante dello Stato alle nuove esigenze dei giovani o di intervenire con dei provvedimento che lo rendano più appetibile.

Sicuramente, va in questa direzione il decreto legge PA. Il Governo, riservando la quota del 15% nei concorsi pubblici a chi ha concluso il suo progetto di Servizio Civile Universale, ha inviato un chiaro segnale. Ha mostrato interesse per un’esperienza di valore, sicuramente formativa ed educativa, che, attraverso un percorso di cittadinanza attiva, accompagna i giovani verso la completa maturazione e verso il mondo del lavoro.

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