“Lo sport non sia più un privilegio”

Dal prossimo 1° luglio entrerà in vigore la Riforma dello sport e lo scorso giovedì 8 giugno il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, e il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, hanno presentato ai media il decreto correttivo che interviene proprio sulla Riforma, rendendo sostenibile l’impatto delle innovazioni normative su ASD, SSD e sui lavoratori dello sport. 

In tale occasione, al termine della conferenza stampa, Abodi ha infatti precisato che “che ci sarà un atterraggio morbido che dal 1° luglio consentirà, da un lato, di far entrare in vigore la Riforma; dall’altro, di renderla sostenibile per le piccole associazioni e società sportive dilettantistiche”. 

Numerose le materie prese in esame: si va dalla definizione del lavoro sportivo, del volontariato riferito al mondo dello sport e l’introduzione di un Registro (RAS) e un Osservatorio Nazionale (LEGGI QUI per saperne di più), fino ad arrivare alle misure adottate a sostegno del comparto paralimpico. Nel caso specifico, si fa riferimento a “una nuova disciplina che consente agli appartenenti al club paralimpico di partecipare a competizioni e ad allenamenti con un permesso speciale retribuito, senza richiedere quindi ferie e conservando il posto di lavoro con rimborso degli oneri sostenuti dal datore di lavoro”. Questo perché, anche per quel che concerne l’aspetto prettamente burocratico, tutti abbiano l’opportunità di vivere con pragmatismo il mondo sportivo. 

Il diritto allo Sport

Un assunto che è al centro del dibattito quotidiano: consentire a tutti i cittadini di praticare attività, lavorare e costruire in egual modo, conservando la propria dignità e avendo a favore tutte le tutele del caso.Uno schema complesso da risolvere in ogni settore. Sembra, tuttavia, che le forze messe in campo in quello sportivo stiano definendo una direzione precisa: lo sport entra in Costituzione, viene regolamentato da una Riforma, diventa sempre più accogliente e mette al centro la dignità del lavoratore sportivo.

 

La direzione è quella giusta – ha confermato Silvia Salis, Vice Presidente vicario del CONI, interrogata sul tema e sull’introduzione dello sport in costituzione da noi di risorse.news durante la presentazione del rapporto Censis “Donne, lavoro e sport in Italia” al Salone d’Onore del CONI – ciò di cui ha bisogno questo Paese è un diritto allo sport che, spesso, è ancora un privilegio, dobbiamo ambire a farlo entrare tra le attività garantite”.

silvia salis

E per farlo si dovranno affrontare, nei prossimi mesi, numerosi cambiamenti: gli attori del mondo sportivo si ritroveranno a fare i conti con una nuova realtà. D’altra parte, era necessario puntare a una trasformazione: “Ci siamo resi conto – ha spiegato in merito Abodi a margine della conferenza stampa dello scorso 8 giugno – della necessità di dare tutele e dignità al lavoratore sportivo proprio per l’importanza che lo sport ha nella società. Se prima non si manifestava, ora, grazie a questa norma, lo stiamo riconoscendo anche nell’ambito di un diritto acquisito”.

 

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