Il volontariato ha bisogno dei giovani, a Torino Vol.To lancia una nuova campagna

Ricevono applausi e consensi per tutto quello che fanno in nome del bene comune e senza avere alcun tornaconto. Le loro azioni e i loro interventi sembrano prodigiosi, in realtà diventano necessari in quei contesti dove lo Stato non può intervenire o deve necessita di essere supportato. Il loro impegno non è mai venuto meno. Anche nei momenti più duri della storia, come accaduto nel 2020 con l’emergenza sanitaria, i servizi offerti dalle organizzazioni di volontariato sono stati determinanti per la tenuta del Paese e per non lasciare indietro nessuno. Tutti definiscono prezioso il mondo del terzo settore, ma se i numeri dei volontari calano si rischia la disgregazione sociale.

C’è un problema: un milione di volontari in meno rispetto al 2015

I dati del Censimento Istat sulle istituzioni non profit alla fine del 2021 hanno evidenziato un fatto preoccupante: il numero di italiani che dedicano il loro tempo al volontariato è crollato. Si parla di quasi un milione di persone in meno rispetto al 2015. Dai 5,5 milioni di 8 anni fa, si è passati ai 4,6 milioni di diciotto mesi fa. Tra gli effetti negativi innescati dalla pandemia c’è anche questo.

A preoccupare gli operatori delle organizzazioni di terzo settore non è solo la diminuzione dei volontari, ma anche la mancanza di un ricambio generazionale. Dieci anni fa, infatti, soltanto il 10,7% degli under 34 dedicava il proprio tempo alla solidarietà. Ora il quadro è ancor più grigio.

Il volontariato ha accompagnato e sempre accompagnerà lo Stato – ci racconta Valeria Tucci, impiegata di Vol.To., Ente di Terzo Settore di Torino che, ispirandosi ai principi di solidarietà e sussidiarietà, si propone lo scopo di sostenere, promuovere e qualificare l’attività di volontariato, tramite l’erogazione di servizi a favore di organizzazioni del terzo settore che operano nel capoluogo piemontese e nella provincia torinese -. A Torino le associazioni si lamentano del fatto che l’età dei protagonisti della scena sociale sia aumentata sensibilmente. La speranza è che il Servizio Civile, anche digitale, e le attività di promozione e sensibilizzazione svolte nelle scuole ci permettano di reclutare i giovani.

Volontariato: perché i giovani sono importanti?

Quanto sia importante innestare gli adulti di domani nel terzo settore lo spiega la stessa Valeria Tucci: “I digitali – come definisce i volontari del bando di servizio civile digitale – hanno fornito un prezioso contributo all’associazionismo nell’ultimo anno. Le loro competenze e skills in ambito informatico si sono rivelate necessarie per accedere con facilità al RUNTS e per assolvere a tutti quegli obblighi previsti dalle leggi”.

Fare volontariato è un atto spontaneo di generosità, sensibilità e solidarietà che riempie la vita della persona che dedica il proprio tempo agli altri e, al tempo stesso, aiuta la propria comunità. Però, per innescare il desiderio o quel meccanismo che conduce un teenager o un ventenne a presentarsi dinanzi alla sede di un’associazione o di un’organizzazione di volontariato, c’è bisogno di una sorta di interruttore.

La campagna di Vol.To. per reclutare i giovani

Noi di Vol.To. – rivela Valeria Tucci – ci stiamo provando con una campagna che sembra darci dei buoni risultati. L’abbiamo lanciata al Salone del libro e si chiama Esci dagli Schermi. I feedback sono positivi ed incoraggianti.

A Torino sperano che il lancio di Esci dagli Schermi si tramuti in quello switch che conduca i giovani a mettersi in gioco e al servizio del loro territorio. Il claim della campagna è un gioco di parole ed un invito a cambiare. Sia dal punto di vista mentale, e quindi del pensiero, sia dal punto di vista fisico, ovvero dell’azione. Uscire dagli schermi vuol dire alzare la testa da un monitor, rinunciare ad una visione passiva di una realtà mediata da uno smartphone e trasformarsi in cittadini attivi.

Di questi e delle loro idee, della loro forza mentale e del loro coraggio ha estremamente bisogno l’Italia.

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