“Sono convinto – ha dichiarato il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, a margine della conferenza stampa tenutasi presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri – che ci sarà un atterraggio morbido che dal 1° luglio consentirà, da un lato, di far entrare in vigore la Riforma; dall’altro, di renderla sostenibile per le piccole associazioni e società sportive dilettantistiche.”
Il mondo dello sport, con le sue associazioni e i suoi lavoratori, può stare tranquillo: l’atterraggio della Riforma dello sport sarà morbido. Il primo luglio si parte, anche se per arrivare al dl sport definitivo mancano due piccoli step: il passaggio dei correttivi alle Camere e la definitiva lettura da parte del Consiglio dei Ministri.
I capisaldi della Riforma
Stando alle affermazioni dei Ministri Abodi e Calderone, la riforma rispecchia le esigenze del sistema sportivo e permette al Paese di fare un salto di qualità. I capisaldi ispiratori li spiega il titolare del dicastero dello sport.
“Io parto da due concetti chiave: la tutela dei lavoratori e la semplificazione per i datori di lavoro, quindi ASD e SSD. Questo è il dato principale. Il secondo punto è che portiamo un po’ più di trasparenza, di efficienza al sistema nell’ambito della sostenibilità.”
Il quinto fondamento, che merita una riflessione a parte, è quello di dignità.
“Avendo vissuto l’esperienza dolorosa del COVID – ha aggiunto il Ministro Abodi -, che ha messo a fuoco un settore che era poco illuminato, ci siamo resi conto della necessità di dare tutele e dignità al lavoratore sportivo proprio per l’importanza che lo sport ha nella società. Se prima non si manifestava, ora, grazie a questa norma, la stiamo riconoscendo anche nell’ambito di un diritto acquisito.“
Le novità sul tema del lavoro sportivo introdotte con i correttivi
Da più di due anni, da quando il Covid aveva evidenziato le crepe del sistema, si attendeva il varo della riforma. Ma quali sono le novità sul lavoro sportivo?
La prima è la definizione di lavoratore sportivo. Sono considerati lavoratori sportivi atleti, allenatori, istruttori, direttori tecnici, direttori sportivi, preparatori atletici, arbitri o direttori di gara (questi ultimi due non saranno contrattualizzati, basterà la comunicazione o convocazione per ogni singola prestazione da parte dell’organizzazione sportiva. Saranno però possibili rimborsi spese per arbitraggi sia dentro sia fuori il comune di residenza).
Tali figure potranno essere inquadrate secondo le tipologie di contratto subordinato, autonomo o di collaborazione coordinata e continuativa. Il primo luglio entrerà in vigore la riforma, ma per permettere alle associazioni sportive di mettersi in linea con le direttive ci sarà un periodo di salvaguardia. I contratti sottoscritti tra il 1° luglio ed il 30 settembre, infatti, potranno essere presentati al Centro dell’impiego da parte del datore di lavoro entro il 31 ottobre 2023, senza incorrere in sanzioni o penali.
Chi dichiara fino a 5.000 euro sarà esentasse
La seconda novità, invece, è rappresentata dall’individuazione di tre cluster. La platea che dichiara di ricevere fino a 5mila euro (lo scaglione può salire fino a 6.800 € se si considera la possibilità di rimborsi spese fino a 150 euro mensili) non avrà alcun impatto fiscale. In poche parole, sarà esentasse.
Chi si trova nella fascia tra i 5 mila e i 15 mila dovrà versare solo i contributi previdenziali. Per i primi 5 anni, per questo gruppo, è previsto un abbattimento dell’imponibile previdenziale pari al 50%. Invece, coloro che superano lo scaglione dei 15 mila euro dovranno aggiungere ai contributi previdenziali anche quelli fiscali.
Altri punti cruciali
Capitoli correttivi riguardanti il mondo paralimpico, i dipendenti pubblici, il limite orario delle prestazioni sportive e l’apprendistato. Per gli atleti paralimpici che lavorano nel pubblico e nel privato, la nuova disciplina permetterà di partecipare a competizioni, stage collegiali ed allenamenti con un permesso retribuito (per 30 giorni continuativi e fino ad un massimo di 90 giorni in un anno).
Pertanto, non dovranno più richiedere permessi e ferie, mentre per il datore di lavoro è previsto un rimborso degli oneri. Per i dipendenti pubblici, tra cui rientrano i militari che percepiscono compensi sportivi, Federazioni, Enti ed altri organismi potranno avvalersi di queste collaborazioni nel rispetto di alcune modalità. Su gli ultimi due temi, invece, il limite orario settimanale per le prestazioni sportive si alza da 18 a 24 ore, mentre l’età minima per stipulare un contratto di apprendistato scende dai 15 ai 14 anni.
Un osservatorio per lo sport
Infine, per valutare l’impatto della riforma dello sport su tutto il sistema, verrà istituito un Osservatorio, mentre è già in cantiere l’ipotesi di interoperatività tra i diversi registri. Il RAS (registro delle attività sportive), ad esempio, potrà dialogare con il libro unico del lavoro.