L’impegno dello sport capitolino per dare visibilità al calcio inclusivo
“Io sono due anni – dichiara Valerio De Carli, allenatore della Romulea Autistic Football Club, a margine della partita di calcio amichevole tra la sua squadra e gli Insuperabili – che ho riiniziato ad imparare che cosa vuol dire lo sport. Quindi – rivolgendosi verso i suoi ragazzi – li ringrazio ogni volta che finisce l’allenamento. Perché quello che io do a loro è solo una minima parte di quello che loro riescono a trasferirmi. Veramente, sto ricevendo tantissimo, sia in termini di sport sia di sensazioni e di umanità”.
È da poco terminata la partita amichevole tra la Romulea Autistic Football Club e gli Insuperabili e le parole pronunciate da Valerio De Carli, allenatore della squadra che tra le sue fila annovera ragazze e ragazzi dentro e fuori lo spettro autistico, strabordano di gratitudine verso i protagonisti. I suoi calciatori, insieme agli avversari, hanno dato vita ad un match vibrante, intenso e ricco di significati. Ogni azione, rete, parata o giocata ha permesso al pubblico presente di riconciliarsi con il senso vero dello sport. Che non è la vittoria ad ogni costo, ma l’affermazione di quei valori e di quei principi su cui si fonda la nostra società. A partire dall’inclusione e dall’integrazione, passando per il rispetto, la condivisione, la gioia di vivere un’esperienza appagante e la fiducia, per arrivare fino a quel sacrificio, a quell’impegno necessario al raggiungimento di uno dei tanti traguardi prefissi.
I valori veri dello sport
“I ragazzi – aggiunge coach De Carli – vivono queste partite sempre allo stesso modo, nella maniera giusta, ossia pensando di andare a divertirsi. Quindi, in qualsiasi contesto diamo loro la possibilità di divertirsi, si esaltano ed emergono quelli che sono i veri valori dello sport, come la condivisione, la lealtà, l’amicizia, la collaborazione. Che poi sono tutti quegli elementi che nella nostra difficoltà facciamo fatica a far affiorare”.
“Lo sport – gli fa eco Maria Iole Volpi, responsabile degli Insuperabili per quanto riguarda la città di Roma – già di per sé comprende la parola valori. Credo che condividerli e metterli così in mostra anche per dei ragazzi con disabilità o difficoltà sia significativo. Oggi, hanno dimostrato come i limiti siano più nella testa di chi osserva, di chi parla da fuori o non conosce. In campo abbiamo visto una partita bellissima, io sono onorata ed emozionata perché le due squadre si sono affrontate con il giusto spirito.”
E se il calcio fosse una terapia?
Un calcio alle barriere, un goal per dare vita ad un cambiamento culturale. Questo è quello che è andato in scena lo scorso 5 giugno allo Sport City di Roma. Il risultato finale? Impensabile, va oltre un semplice punteggio. È una vittoria totale che arricchisce sia chi è sceso in campo sia chi li ha osservati giocare e divertirsi.
“Credo che lo sport sia terapeutico per tutti – sentenzia Maria Iole Volpi -. Noi, come Insuperabili, diamo la possibilità a chiunque di giocare, indipendentemente dall’età o dalla diagnosi. Seguiamo una metodologia calcistica, quelli che cambiano sono solo i tempi di insegnamento: bisogna avere un po’ più di pazienza ed accortezza. Però, quello che ci siamo promessi di fare è insegnare calcio. Non regaliamo niente a nessuno, perché per essere allenante una cosa deve essere anche difficile. Infine, cerchiamo di valutare i ragazzi in base a quello che possono fare. Infatti, noi parliamo sempre di allenabilità”.
La Lega Calcio a 8 di OPES scende in campo per lo sport inclusivo
L’impegno di queste realtà sportive, che tramite la pratica sportiva accompagnano l’atleta, indipendentemente dalla sua condizione, verso il raggiungimento di tutti i suoi obiettivi, deve essere supportato da ogni protagonista del panorama sportivo. Fabrizio Loffreda, Presidente della Lega Calcio a 8 di OPES, ospitando la Romulea Autistic Football Club e gli Insuperabili sul suo campo, prima della finale per il titolo del massimo campionato di calcio a 8, ha già fatto il primo passo. Lo step successivo è dare maggiore visibilità al calcio inclusivo, permettendo a ragazze e ragazzi con disabilità di scendere in campo, di vivere lo sport appieno e di sentirsi parte integrante della nostra società.
“La nostra battaglia – conclude il tecnico della Romulea – è propria quella di cercare di dare visibilità a chi ne ha un po’ di meno. Quindi, ringrazio la Lega Calcio a 8 e speriamo, come ha detto il Presidente Loffreda, di avere un futuro radioso che ci possa permettere di divertirci insieme ad altri ragazzi.”
“Sarebbe bellissimo ripetere con continuità, con un calendario e dare più possibilità a questi ragazzi di giocare – è l’auspico della responsabile degli Insuperabili di Roma -. Speriamo di realizzare qualcosa di bello per più persone, allargando lo sport a tutti.”