Dall’Altare della Patria sventola fiera, sotto la scia lasciata dalla pattuglia acrobatica delle Frecce Tricolori, la bandiera della Repubblica. Nella giornata del 2 giugno un drappo immenso, di colore verde, bianco e rosso, cinge la Penisola. Si àncora alle sue montagne, alle sue coste, ai porti e alle sue città per rafforzare la coesione dell’Italia. Una coesione che è sia sociale sia nazionale. Perché, per affrontare le sfide dell’immediato futuro, c’è bisogno di unità, di comunione d’intenti, di una visione condivisa da ogni protagonista della scena politica, da ogni amministratore locale e da ogni cittadino. Insieme è la parola d’ordine. Remare tutti nella stessa direzione, come ha sottolineato il Premier, è un dovere. Questo è l’auspicio che arriva da Roma per celebrare i 77 anni della Repubblica.
L’Italia e la sfida chiamata PNRR
In un’Italia che affanna ma che riesce sempre a farcela, nonostante sia appesantita dal debito pubblico e fiaccata dall’inflazione, la priorità si chiama PNRR. Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. E’ su questo campo che il Paese si gioca la partita più importante. Non raggiungere o mancare gli obiettivi, per colpa di liti sulle riforme, lotte intestine o gelosie partitiche, sarebbe deleterio. Non crollerebbe solo la credibilità italiana, ma verrebbe meno soprattutto quella spinta necessaria a dare uno slancio vitale ad ogni asset funzionale della Nazione.
Lo sviluppo della Penisola si impantenerebbe in una sorta di depressione barometrica, ossia di instabilità. Senza il vento proveniente da quel piano che si inserisce all’interno del Programma Next Generation Eu le vele si sgonfierebbero. La conseguenza più diretta è la perdita di velocità. Frenare, in questo momento, non si può. Accelerare, andando a recuperare il tempo perduto, è un ordine perentorio.
L’invito del Fondo Monetario Internazionale
I presupposti per completare la missione ci sono tutti. Anche il Fondo Monetario Internazionale, che ha elogiato a più riprese Roma per come ha gestito la pandemia, l’instabilità interna e geopolitica internazionale e per l’incoraggiante crescita registrata nel 2022 (+3,7% al 31 dicembre, mentre nel primo trimestre del 2023 il segno più si attesta all’1,8%), esorta l’Italia a non sprecare le risorse europee. Il futuro non è nero, anche se la situazione, ad oggi, resta complicata.
“La piena e tempestiva attuazione del PNRR dell’Italia – cita una nota del Fondo, contenuta nelle conclusioni dell’Article 4 per l’Italia – è necessaria per aumentare la produttività e stimolare la crescita potenziale.”
I tecnici di Washington chiedono riforme strutturali ambiziose che favoriscano la produttività. Il PNRR, con i suoi programmi ed obiettivi, rappresenterebbe la soluzione. O meglio, il carburante necessario a correre, la batteria che alimenta l’Italia e che la sincronizza ai tempi moderni.
I settori di intervento e le sfide sono noti. Così come la cifra a disposizione, quei 200 miliardi necessari a far crescere il Paese e a rendere sostenibile il debito pubblico. Salute, Inclusione e coesione, istruzione e ricerca, infrastrutture per una mobilità sostenibile, rivoluzione verde e transizione ecologica, ed infine digitalizzazione, innovazione e competitività sono le sei corsie dell’autostrada italiana verso il prossimo futuro. Parliamo di tre anni, perché entro il 2026, tutti i progetti finanziati dovranno essere realizzati.
Il tempo stringe. La partita è già iniziata. Anzi, sta per chiudersi il primo tempo. Margini per fare bene ci sono. L’Italia, parafrasando un termine calcistico, non può permettersi di fare catenaccio. L’impasse deve essere superata da un gioco di squadra e da una visione comune, per dimostrare all’Europa e al Mondo intero che possiamo vincere la nostra sfida e lasciare un segno ben visibile. Come il PNRR, come le scie verde, bianche e rosse delle Frecce Tricolori nel cielo di Roma per la Festa della Repubblica.