Lo scorso 9 maggio la Camera ha approvato una mozione della maggioranza, appoggiata da Azione e Italia Viva, che riguarda la possibilità di reinserire nel portafoglio energetico il nucleare in Italia. L’idea, si legge sul sito della Camera dei Deputati, è per l’appunto “valutare l’opportunità di inserire nel mix energetico nazionale anche il nucleare quale fonte alternativa e pulita per la produzione di energia”. Inoltre, considerando quanto accaduto nell’ultimo anno tra Russia e Ucraina e contestualmente con le sanzioni applicate al Cremlino da parte dell’UE, tra i propositi del Governo, e dell’Unione Europea più in generale, c’è anche il raggiungimento dell’indipendenza energetica.
Tale azione, in più, rientra tra gli obiettivi “di zero emissioni al 2050” e “di partecipare attivamente, in sede europea e internazionale, a ogni opportuna iniziativa, sia di carattere scientifico che promossa da organismi di natura politica, volta ad incentivare lo sviluppo delle nuove tecnologie nucleari destinate alla produzione di energia per scopi civili”.
A proposito di scienza e tecnologie avveniristiche, l’occasione potrebbe consentire all’Italia di “recuperare il ruolo nel campo dello studio e dello sviluppo tecnico in materia di nucleare, anche attraverso convenzioni con atenei e centri di ricerca per la creazione di appositi percorsi di formazione universitaria, di ricerca e sviluppo delle competenze”.
Ad ogni modo, la mozione rappresenta un primo passo verso la valutazione effettiva di una nuova fonte di energia; è quindi chiara la posizione del Governo nostrano che intende procedere a passi spediti verso una realizzazione concreta di quanto espresso. Si inserisce in questo contesto la partecipazione dell’Italia al meeting di Parigi.
Il meeting di Parigi sul nucleare: l’Italia partecipa come Paese osservatore
Di nucleare si è parlato profusamente anche durante il meeting europeo dedicato al tema di ieri, 16 maggio. La riunione dell’alleanza dei Paesi UE favorevoli all’energia nucleare si è tenuta a Parigi e oltre alle 16 Nazioni (Belgio, Bulgaria, Croazia, Repubblica ceca, Estonia, Finlandia, Francia, Ungheria, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Slovenia, Svezia, Slovacchia) hanno partecipato anche l’Italia come Paese osservatore, il Regno Unito come “inviato speciale” e la commissaria Ue all’Energia, Kadri Simson. L’obiettivo primario per l’Europa è ottenere l’indipendenza energetica dalla Russia, così come ha specificato la ministra francese della Transizione energetica, Agnès Pannier-Runacher, anche fautrice del meeting.
La prima tavola rotonda ha riguardato per l’appunto “la costruzione di una catena di valore europea resiliente ed indipendente” che debbano contare su azioni di sostegno.
I ministri, hanno rivelato fonti vicine alla ministra francese, andranno a studiare il modo di “rafforzare l’indipendenza dell’Europa rispetto alla Russia, in particolare, sul piano dei combustibili e sul piano industriale in modo generale”. In tale equazione si è “tenuto conto dei vincoli industriali, non è qualcosa che possiamo fare dall’oggi all’indomani […] Ma ciò che ha mostrato l’attualità recente è che essere dipendenti sul piano energetico della Russia non è una buona situazione”.