Abodi e la questione stadi: “impianti obsoleti, lavoriamo per migliorarli”

Gli stadi, per qualcuno quasi luoghi di culto laico, rappresentano la casa del tifoso e dello sportivo. E una casa fatiscente non accoglie, non scalda. Questo è uno dei punti fermi su cui il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, non intende soprassedere. Perché, in diverse occasioni, il Ministro ha sottolineato il valore sociale degli impianti sportivi e quanto una loro riqualificazione sarebbe fondamentale per il Paese.

Abodi: “L’ammodernamento del Paese passa anche dal miglioramento delle infrastrutture sportive e calcistiche ”

Si parla di stadi e di rigenerazione non solo perché l’Italia potrebbe ospitare gli Europei del 2032 – la UEFA ha già impugnato il dossier presentato dalla Federcalcio e solo il prossimo 10 ottobre si avrà un responso, quando si riunirà il Comitato Esecutivo – ma anche perché la UE ha bocciato la possibilità del restyling del Franchi di Firenze con i fondi del PNRR

In merito alla questione Europei, il Ministro Abodi, durante la IX edizione del Premio Città di Roma, aveva riferito a noi di risorse.news: “Ci auguriamo di aver dato tutte le rassicurazioni e le garanzie alla UEFA perché il dossier italiano presentato dalla Federcalcio possa essere considerato vincente. Ma è evidente che qualunque sarà il destino degli Europei 2032, quell’agenda lì dovremo strutturarla, qualificarla e praticarla perché per noi è un impegno che ci siamo assunti di contribuire ad un ammodernamento del Paese attraverso il miglioramento delle infrastrutture, anche delle infrastrutture sportive e calcistiche”. 

In tale occasione, Abodi aveva evidenziato che l’impegno istituzionale in merito alla riqualificazione degli impianti riguardava anche gli aspetti ambientale, ecologico e sociale. “Gli stadi – precisava in proposito il Ministro – devono riguardare il rispetto per l’ambiente e per la persona. Importante anche la parte energetica: vorrei che gli stadi diventassero comunità energetiche, mi piacerebbe che ci fosse una cultura del risparmio dell’acqua, la raccolta dei rifiuti, di tutti i materiali riciclabili. Vorrei anche che gli stadi, come tutti gli impianti sportivi, fossero luoghi accessibili per tutte le forme di disabilità; è un fatto di civiltà, modernità e contemporaneità e questo è un obiettivo da raggiungere con o senza gli europei 2032”.

La funzione sociale degli stadi

Recentemente, Abodi ha anche rilasciato una lunga intervista a La Nazione, riferendo le proprie perplessità in merito alla decisione presa dalla UE sulla questione Franchi. “Rispetto la scelta fatta da Bruxelles, ma resto quantomeno perplesso – ha specificato Abodi – penso sia stata data una interpretazione non corretta di cosa siano gli stadi e della loro funzione, anche plurale in termini di attività, nell’ambito della socialità non solo sportiva e dello sviluppo urbano“. 

Questo perché, e va ricordato, il progetto non riguardava in sé la sola ristrutturazione dell’impianto toscano, ma in maniera più ampia la riqualificazione dell’intera area circostante. “Il progetto di Firenze – ha spiegato infatti il Ministro – contiene anche lo stadio ma all’interno di una progettualità molto più ampia, caratterizzata proprio dalla rigenerazione urbana. L’interpretazione restrittiva adottata dalla Commissione Ue chiude alla possibilità di realizzare questi interventi con i fondi del Pnrr, ma restano i progetti con tutto il loro valore del quale potranno beneficiare le comunità. Resto ottimista, auspicando la collaborazione di tutti, privati inclusi”.

Resta quindi saldissima la posizione del Governo sulla questione impianti, anche perché, in riferimento alla riconversione di Campo di Marte, Abodi ha chiarito che: “Il Ministro Fitto – Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR, ndr – è già in contatto con il sindaco Nardella che incontrerà a breve. Adesso si apre una fase nuova”.

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