Lo scorso 10 maggio, l’Istat ha reso nota, tramite comunicato stampa, la condivisione del documento inerente ai dati provvisori della rilevazione effettuata per il censimento permanente delle istituzioni non profit 2021. L’analisi parziale ha esaminato diversi aspetti del mondo non profit, tra cui la partecipazione dei volontari che, stando ai numeri, è in calo.
Volontari: i dati Istat
La raccolta è stata effettuata su un campione di 110 mila unità nel periodo che va da marzo a novembre del 2022, e riferisce i dati (tipo qualitativo) al 2021. I primi risultati divulgati, quindi, verranno poi implementati entro l’anno con i dati definitivi relativi anche al Registro statistico aggiornato a fine 2021.
Questa prima rilevazione ha fornito diverse statistiche interessanti; tuttavia, a destare particolare attenzione sono i numeri che riguardano l’impegno dei volontari nelle organizzazioni.
Il paragrafo del documento relativo agli operatori si apre così: “In calo ma sempre determinante il ruolo degli oltre quattro milioni – 4,661 milioni, per la precisione, ndr – di volontari”. Dunque, una buona e una cattiva notizia. Se da una parte il ruolo dei volontari risulta sempre essere imprescindibile – quanto mai necessario durante le fasi più complesse dell’emergenza sanitaria – per le INP (Istituzioni Non Profit, n.d.r.) attive; dall’altra il decremento del numero degli operatori.
L’Istituto inoltre spiega: “Anche se in calo rispetto agli ultimi dati disponibili riferiti al 2015 (-15,7%), i volontari italiani rappresentano uno dei pilastri portanti del settore, svolgendo attività che incidono fortemente sullo sviluppo economico e sociale del paese, sulla qualità della vita, sulle relazioni sociali e il benessere dei cittadini”.
La distribuzione da Nord a Sud
Oltre a definire un flessione verso il basso in merito alle prestazioni gratuite degli operatori, il documento riporta anche la distribuzione dei volontari da Nord a Sud della Penisola. “Sia in termini di istituzioni che di volontari – spiega l’Istat – la presenza più rilevante si registra nelle aree del Nord Italia, con il 29,3% di INP con volontari e il 30,2% di volontari nel Nord-ovest, e il 25,0% di INP con volontari e il 26,2% di volontari nel Nord-est”.
Inoltre, si è registrato che: “Anche rispetto al numero di volontari presenti rispetto alla popolazione residente (790 volontari per 10mila abitanti a livello nazionale), prevalgono nella distribuzione sul territorio le regioni settentrionali, insieme a quelle centrali con 1.165 operatori per 10mila abitanti nel Nord-est, 892 nel Centro e 887 nel Nord-ovest. Nel Sud e nelle Isole si rilevano rispettivamente 492 e 509 volontari per 10mila abitanti”.
I settori di attività delle istituzioni non profit in Italia
Un altro elemento preso in considerazione dall’indagine riguarda i settori di attività delle INP in Italia. Quello prevalente è rappresentato dallo sport che si traduce nel 32,9% delle istituzioni non profit del nostro Paese operanti nel settore. Per essere più chiari: parliamo di un’INP su tre. Seguono poi: attività culturali e artistiche (15,9%), attività ricreative e di socializzazione (14,3%), assistenza sociale e protezione civile (9,9%).
In merito invece al personale dipendente, invece, la concentrazione è totalmente ribaltata: assistenza sociale e protezione civile (48,4%), istruzione e ricerca (15,0%), sanità (11,9%) e sviluppo economico e coesione sociale (11,4%). “Insieme – specifica quindi l’istituto – i dipendenti di questi quattro settori sono l’86,7% del totale, quasi nove addetti su dieci”.
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