Clima e sistema alimentare: cosa deve cambiare per tagliare di netto le emissioni di CO2? Lo spiega correttamente il recentissimo – 3 maggio 2023 – rapporto pubblicato dalla ClimateWorks Foundation, “Global Innovation Needs Assessment: Food Systems Methane”, finanziato dal Global Methane Hub. L’indagine descrive come le innovazioni in tre settori chiave del sistema alimentare globale possano andare a eliminare oltre 5,6 gigatonnellate di CO2 entro il 2050.
I tre comparti a cui si fa riferimento nel rapporto sono: bestiame, sprechi alimentari e coltivazione del riso. In sostanza, il rapporto va a indagare dettagliatamente gli investimenti necessari per applicare le innovazioni e come le nuove tecnologie possano contribuire a cambiamenti straordinari e decisamente rilevanti.
Il dato da cui si parte è il seguente: il 60% delle emissioni globali di metano è generato proprio dai sistemi alimentari. Pertanto, si rende imprescindibile una manovra, una trasformazione radicale che vada a limitare gli effetti del cambiamento climatico. Ridurre il metano agricolo è il primo passo di questo processo.
L’analisi del Rapporto: “investire per ridurre le emissioni di CO2 è un’opportunità”
Hayden Montgomery, direttore del programma agricolo presso il Global Methane Hub, in occasione della presentazione del rapporto, ha riferito: “Investire in una maggiore produttività per ridurre le emissioni di metano è un’opportunità vantaggiosa per la nostra economia globale e per gli agricoltori ed è essenziale a breve termine“. Inoltre ha aggiunto: “La filantropia può svolgere un ruolo nel catalizzare gli investimenti pubblici e privati nella ricerca e sviluppo rivoluzionaria e il ritorno sull’investimento è condiviso da tutti”.
Dunque, al fine di ottenere risultati concreti il lavoro sinergico, a partire dalla filiera produttiva fino all’impegno filantropico delle organizzazioni, costituisce una componente necessaria.
Lo schema costruito dal rapporto prevede che aumentare di cinque volte gli investimenti annuali entro il 2035 potrebbe portare a benefici di dodici volte maggiori sia nel campo della produzione che della commercializzazione.
“La riduzione delle emissioni di metano dall’agricoltura – ha spiegato in proposito Avery Cohn, direttore del Programma alimentare e agricolo presso la ClimateWorks Foundation – genererà un’ampia rete di benefici come una maggiore sicurezza alimentare, una migliore salute umana, la conservazione della natura e un migliore sostegno per gli agricoltori”. Cohn pone quindi l’accento anche su altri due temi di cui i governi e le aziende del mondo devono tener conto in fase di investimento: la sicurezza alimentare e un miglioramento della salute generale. La questione climatica, d’altra parte, non riguarda solo la salvaguardia del Pianeta, ma anche quella dei suoi abitanti.
La produzione di riso e le emissioni di CO2
Senza contare che ne beneficerebbe anche il lavoro, nel caso specifico quello agricolo. In tal senso, il rapporto racconta di come i coltivatori di riso – come si vedrà, ponendo particolare attenzione alle coltivazioni in Vietnam – siano in estrema difficoltà e di come debba essere preservato il loro lavoro.
“I coltivatori di riso stanno affrontando impatti negativi sempre crescenti del cambiamento climatico che si avvertono quotidianamente, ma l’adozione di innovazioni a basse emissioni di carbonio è lenta a causa della mancanza di incentivi e capacità“, ha spiegato Vu Duong Quynh, vice capo della divisione Chimica ambientale presso il Vietnam Institute for Agriculture Environment (IAE). “Questo rapporto aiuta il Vietnam a dare la priorità ai nostri sforzi per ridurre le emissioni di metano mentre implementiamo il nostro piano d’azione nazionale per il Global Methane Pledge“.
Le innovazioni
Ma quali sono le innovazioni di cui parla il rapporto? L’analisi dei dati raccolti dal ClimateWorks tiene in considerazione oltre che degli aspetti ambientale ed economico, anche quello sanitario. Pertanto, in riferimento al trattamento del bestiame, gli interventi più consistenti dovrebbero tradursi in: migliorare la distribuzione e la somministrazione dei vaccini, gestire in maniera più adeguata gli incroci – soprattutto in alcuni Paesi come America Latina, Africa Subsahariana e Asia Meridionale – e la dieta delle mandrie due fattori che contribuirebbero, se controllati con particolare attenzione e sistemi innovativi, a un significativo decremento delle emissioni.
Quanto agli sprechi alimentari; in primis, il rapporto apre una riflessione sulla catena del freddo (ovvero, il mantenimento dei prodotti surgelati) che dovrebbe subire delle modifiche sostanziali per risultare più funzionale. Secondo poi, sarebbe necessario, stando a quanto rileva il team di esperti che ha lavorato al documento, potenziare la capacità di compostaggio.
Come si diceva, ricopre un ruolo importante anche la coltivazione del riso che rappresenta, allo stato attuale, il 13% delle emissioni di CO2. Sarebbe utile cercare nuove varietà e modificare i processi di semina.
Gli intenti del Global Methan Hub e della Fondazione ClimateWorks
Il Global Methane Hub, saldamente impegnato in diversi progetti dal carattere ambientalista, ritiene che la drastica riduzione del gas metano possa proteggere le persone e il pianeta dai peggiori impatti dei cambiamenti climatici, portando benefici sociali, sanitari ed economici diretti a comunità, città e paesi. Così come la ClimateWorks Foundation che grazie al lavoro svolto, dal 2008 ad oggi, ha concesso oltre 1,7 miliardi di dollari a più di 750 beneficiari in oltre 50 paesi.