Spagna, Portogallo e Marocco stanno registrando temperature da record. Siamo solo a maggio, ma in alcune regioni le colonnine di mercurio hanno segnato oltre 39°C. E c’è di più, perché la mancanza di precipitazioni e il caldo secco stanno seriamente preoccupando le istituzioni: è emergenza siccità.
Caldo record: cosa sta accadendo in Spagna
Gli effetti della crisi climatica continuano a manifestarsi in maniera indisciplinata. Il “caso Spagna” sta allarmando esperti e istituzioni non solo perché “non è normale”, così come ha riferito il portavoce dell’agenzia meteorologica statale Rubén Del Campo, ma anche perché le conseguenze di queste temperature torride si stanno ripercuotendo sui cittadini e sul loro lavoro.
Per comprendere appieno l’entità del fenomeno bisogna fare riferimento ai numeri. A Córdoba, ad esempio, lo scorso martedì si sono registrati 35°C. A Madrid, invece, si prevede che il termometro possa segnare i 30°C a partire dai prossimi giorni
Il governo madrileno ha già preso provvedimenti: è stato infatti realizzato un piano per supportare le strutture ospedaliere e le scuole. Inoltre è stata prevista l’apertura delle piscine pubbliche già da metà maggio ed è stato chiesto ai cittadini di prendere precauzioni e di muoversi con cautela nelle giornate in cui le temperature sono più elevate.
Il Ministero della Salute di Madrid ha anche proposto alle regioni di mettere in atto il piano d’azione dal prossimo 15 maggio, anziché attuarlo a partire da giugno come è accaduto negli anni precedenti.
I rischi per l’economia
Oltre ai rischi per la salute, sono stati seriamente considerati anche quelli per l’economia. Le criticità legate alla siccità mettono in pericolo il lavoro nei campi e contestualmente rallentano l’export di alcuni prodotti in tutta Europa. Come spesso accade nei periodi di aridità si sono moltiplicati gli incendi boschivi e le risorse idriche sono state dilazionate.
L’edizione spagnola dell’Associated Press in proposito ha riferito: “Attualmente, il 27% del territorio spagnolo è classificato come in “emergenza” o “allerta” di siccità, secondo il ministero della Transizione ecologica, e le riserve idriche sono al 50% della capacità nazionale. Nella regione agricola più importante della Spagna, l’Andalusia, la situazione è di gran lunga peggiore . Il bacino del fiume Guadalquivir è al 24,8% della sua capacità e in alcuni casi gli agricoltori della regione si sono visti ridurre fino al 90% la loro indennità idrica per l’irrigazione”. L’agenzia di stampa ha anche riportato che: “Il governo spagnolo ha chiesto fondi di emergenza all’Unione Europea per sostenere gli agricoltori e gli allevatori nel cuore agricolo del paese, compresa la valle del Guadalquivir”.
In crisi anche Portogallo e Marocco
La situazione è critica anche in Portogallo, dove i 30°C sembrano essere la normalità di questi giorni. Lo scorso anno, durante il periodo estivo, il Portogallo ha registrato temperature importanti che hanno sfiorato i 47°C. La stagione è inoltre stata caratterizzata da numerosi incendi che hanno portato alla devastazione di oltre 94 mila ettari di terreno. Pertanto l’allerta resta elevatissima.
Anche il Marocco vive una condizione simile a quella che si sta verificando nella Penisola iberica con temperature costanti tra i 30 e i 37°C.
Nelle prossime settimane anche l’Italia dovrà fare i conti con il caldo anticiclone che porterà il termometro a raggiungere i 30°C.