Stop vendita auto con motore a scoppio: Commissione Europea e Italia a confronto

Oltre un mese fa il Parlamento Europeo votava con 340 voti a favore lo stop ufficiale alla vendita di auto a motore termico a partire dal 2035. Ne è scaturito un lungo dibattito che ha portato al “no” netto da parte di alcuni Paesi, come Italia e Germania. Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture, in proposito, ha sin da subito chiarito la posizione dell’Italia, evidenziando quanto questa iniziativa europea potrebbe risultare limitante per il mercato dell’automotive e dannosa per i dipendenti del settore. Durante le ultime quattro settimane, quindi, il provvedimento è stato oggetto di numerose riflessioni. Quella chiarificatrice, però, arriva da Frans Timmermans, Vice presidente della Commissione Europea: “il motore termico non sparirà entro il 2035”. 

Le dichiarazioni di Frans Timmermans sullo stop alla vendita di auto a motore termico

Lo scorso 17 marzo, Timmermans ha tenuto una lezione all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. In quell’occasione è stato intervistato da La Repubblica, a cui il numero due della Commissione Europea ha spiegato, senza giri di parole, come le istituzioni centrali europee intendono strutturare il provvedimento inerente allo stop della vendita di auto a diesel e a benzina dal 2035 in poi. 

Timmermans ha dapprima fatto riferimento alla Germania, una delle oppositrici, il cui intento è introdurre gli e-fuel in alternativa all’alimentazione elettrica,  riferendo che: “la Germania ci ha detto che vuole l’implementazione dell’accordo che abbiamo raggiunto. Ora si è aperta una trattativa […] sono abbastanza sicuro troveremo una soluzione”. 

Più complesso è invece il dialogo con il Governo italiano, che ha adottato una linea rigida per ciò che riguarda i grandi cambiamenti nel settore automotive. “Spero che si possa convincere il Governo italiano che su questo regolamento dobbiamo andare avanti. Mentre noi stiamo discutendo, le case automobilistiche della Cina solo nel 2023 porteranno in Europa 80 nuovi modelli di vetture elettriche accessibili anche dai cittadini con meno risorse. Dobbiamo reagire”. Inoltre, ancora facendo riferimento al Bel Paese e alle industrie che ne muovono l’economia, Timmermans ha aggiunto: “L’Italia è talmente industrializzata che è stata sempre in grado di reinventare la sua industria. Dobbiamo avere fiducia nel popolo italiano che sa benissimo creare un’economia circolare e sostenibile”. 

“Abbiamo scritto alla Commissione Europea”: le parole del ministro Salvini

Nel frattempo, proprio questa mattina, tramite le proprie pagine social, il ministro Salvini ha fatto sapere: “Stop al divieto di auto a benzina e diesel dal 2035: insieme al Ministro dell’Ambiente e al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, questa mattina ho scritto alla Commissione europea per ricordare, da una parte, il pieno impegno dell’Italia per la riduzione delle emissioni dei veicoli leggeri ma dall’altra, la necessità di salvaguardare il settore dell’automotive, inserendo anche il biocarburante tra i combustibili considerati ‘neutri’, per garantire una corretta transizione ambientale nel rispetto della sostenibilità economica, sociale e industriale. Prosegue il nostro pieno impegno a tutela del lavoro e delle aziende italiane”.

Resta quindi ferma la posizione dell’esecutivo nostrano.

C’è da aggiungere che Timmermans, ancora interrogato da La Repubblica, ha sottolineato come l’Europa: “lascia all’industria la scelta della tecnologia. Non siamo che decidiamo cosa devono usare – le industrie, ndr -, ma dal 2035 le macchine prodotte in Europa saranno a zero emissioni. Questo non vuol dire che le altre auto non ci saranno più. […] ma le nuove macchine non potranno emettere CO2”. 

In breve, resta aperto il confronto tra Commissione Europea e Italia sul tema. Attualmente, le parti non hanno ancora trovato un punto di incontro; se da una parte l’Europa intende azzerare del tutto le emissioni e compiere una transizione completa, dall’altra l’Italia pondera un abbassamento deciso delle emissioni di CO2, senza però stravolgere del tutto l’industria del motore e vagliando possibilità diverse all’utilizzo esclusivo di alimentazione elettrica.

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