Prevenire l’obesità, il Governo pronto a lanciare nuovi programmi didattici

Meno chilogrammi in eccesso, più salute. Potrebbe sembrare uno slogan pubblicitario ed invece è un inno al benessere, un invito a seguire uno stile di vita sano e corretto. Gli italiani stanno accumulando massa adiposa e trascurando il loro stato di salute. I numeri sull’obesità non mentono ed evidenziano come nell’arco temporale di soli 365 giorni i connazionali in sovrappeso o addirittura obesi siano aumentati. Se nel 2021 erano 23 milioni (18 milioni in sovrappeso e 5 con un accumulo patologico di grasso corporeo), nel 2023 sono due milioni in più. Dei 25 milioni di italiani in eccesso di peso, il 26,3% è rappresentato da bambini ed adolescenti. Gli adulti, invece, costituiscono il 46% del campione.

Obesità: Governo pronto ad intervenire

Con dei dati che non tendono al miglioramento sono necessari degli interventi e delle azioni mirate. Frenare questa crescita, che avrà ripercussioni sulla salute degli italiani e quindi sul sistema sanitario, è diventata una priorità. Per questo motivo, è pronta ad intervenire una task force composta dai Ministeri della Salute, dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, dell’Istruzione e dello Sport.

Come affermato dal Ministro Orazio Schillaci, titolare del dicastero di viale Giorgio Ribotta, il Governo vuole avviare delle politiche di prevenzione dei fattori di rischio, come la sedentarietà e l’alimentazione scorretta, e creare una nuova cultura che contempli i corretti stili di vita. Nei programmi didattici delle scuole primarie e secondarie potrebbero trovare spazio nuove materie o iniziative. Il lavoro con i giovanissimi sarà fondamentale per evitare che 57 mila persone, nel nostro Paese, muoiano ogni anno a causa dell’obesità o di patologie ad essa correlate, come il diabete di tipo 2, la cardiopatia ischemica ed alcuni tumori.

Altre best practice innovative

Chi da anni è impegnato nel promuovere il benessere fisico e mentale e i corretti stili di vita all’interno degli istituti scolastici e delle strutture aggregative per anziani è sicuramente il Professor Luciano Gemello.

Laureato in Sport Management ed in Scienze Motorie, con un dottorato di ricerca in Scienze Biomolecolari, con il progetto SBAM (Sport – Benessere – Alimentazione – Movimento), insieme ad un team di esperti che comprende nutrizioniste, coach, pedagogiste e pediatre, migliora la qualità della vita dei torinesi.

Una persona attiva, stando ai dati forniti dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) costa il 30% in meno in termini di spesa sanitaria – ha dichiarato ai nostri microfoni -. Dobbiamo obbligare tutti a muoversi. Essere una persona attiva vuol dire camminare e fare alcuni semplici esercizi di resistenza muscolare. Sto lavorando molto con i bambini delle scuole elementari e medie, perché sono convinto che poi possano portare a casa competenze e conoscenze che trasferiranno ai loro genitori e nonni, come smettere di fumare o evitare l’assunzione di superalcolici. Nelle scuole faccio vedere come è facile rimanere attivi anche in classe, eseguendo per pochi minuti dei semplici esercizi. Loro sono una straordinaria cassa di risonanza e spiegheranno ai loro genitori e ai nonni quanto facile sia mantenersi in forma ed in buona salute.

Le azioni destinate a giovani ed anziani, però, non dovrebbero essere le uniche. In Italia l’obesità interessa 6 milioni di cittadini. Visto che parliamo di un decimo della popolazione, servirebbero altri interventi di prevenzione. “Dovremmo lavorare anche con i target più grandi – ha aggiunto il Professor Gemello -. Se loro fossero i primi a seguire dei corretti stili di vita, allora diventerebbe più facile vedere un bambino che cresce con queste abitudini”.

Prevenire è meglio che curare, affermava un messaggio pubblicitario. Farlo immediatamente, sia con la Task Force del Governo sia con iniziative come quella in cui è impegnato il Professor Luciano Gemello, vuole dire iniziare a tagliare quantomeno quel 9% della spesa sanitaria collegato al sovrappeso (percentuale indicata dal Ministro Orazio Schillaci in un’intervista alla Gazzetta dello Sport, in occasione World Obesity Day).

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