Scuola: istituito il Tavolo famiglie-studenti per contrastare il bullismo e ripristinare la cultura del rispetto

Un luogo di aggregazione, di protezione, di educazione e di conoscenza, dove, come aveva sottolineato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico 2017-2018, “si sperimenta la vita di comunità, il senso civico”. Così dovrebbe essere, in teoria, la scuola.

La realtà, invece, è assai diversa. Tra aggressioni verbali e fisiche al personale scolastico e docente e l’intensificarsi tra gli studenti di episodi di prevaricazione e violenza che rientrano nella sfera del bullismo e del cyberbullismo, lo scenario all’interno degli istituti scolastici italiani non è idilliaco. Da istituzione che fornisce un servizio educativo, formativo e culturale, c’è il rischio in alcuni casi che la scuola diventi fonte di stress, disagio e malessere.

Un Tavolo per affrontare le criticità presenti nella scuola

L’aumento dei casi di angherie, sopraffazione e soprusi, che si consumano all’interno degli edifici scolastici o anche tramite device digitali, preoccupa notevolmente il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Lo scorso 17 febbraio il titolare del dicastero di viale Trastevere ha ricevuto il Forum Nazionale delle Associazioni dei Genitori della Scuola (FoNAGS).

Nel corso dell’incontro è stata presa la decisione di istituire un Tavolo permanente di confronto tra le associazioni delle famiglie e le rappresentanze degli studenti. L’obiettivo è quello di creare un’alleanza tra tutti gli attori protagonisti della comunità educante e del complesso scolastico per affrontare le criticità. Da parte del Governo c’è la volontà di ripristinare la cultura del rispetto nelle classi e intensificare la lotta al bullismo.

Fermare quei comportamenti di prevaricazione, sopraffazione e violenza, sia fisica sia verbale, è una priorità. I rapporti giunti al Ministero, uniti alle rilevazioni delle indagini Istat, potrebbero contenere dei numeri fuorvianti e non raccontare la parte sommersa di quell’iceberg rappresentato dalla violenza che si consuma anche a scuola. Un fenomeno che non riguarda solo gli studenti degli istituti secondari di secondo grado e che non può essere circoscritto solo al target maschile. Nel 2018, ad esempio, oltre il 55% delle giovani tra gli 11 e i 17 anni ha subito prepotenze in più di un’occasione durante l’anno, mentre le vessazioni perpetuate con cadenza mensile hanno riguardato il 20,9% del campione.

Da non sottovalutare i numeri sul cyberbullismo

Se qualcuno si aspettava una frenata con il lockdown sta commettendo un errore. La situazione post-covid non è migliorata. I dati dell’anno scolastico 2020-2021 raccolti dalla piattaforma ELISA contro il cyberbullismo svelano che il 22,3% degli studenti e delle studentesse delle scuole superiori, di cui il 19,4% in modo occasionale e il 2,9% in modo sistematico, è stato vittima di bullismo da parte di un coetaneo.

A preoccupare sono soprattutto i numeri riguardanti il cyberbullismo: l’8,4% del campione intervistato ha subito vessazioni tramite gli strumenti digitali. Il timore è che il numero sia sottostimato, perché il 50% delle vittime non affronta il problema con i genitori o con delle figure di riferimento come possono essere gli insegnanti o il docente referente dell’istituto per le situazioni di bullismo e cyberbullismo. Di fronte ad un atto persecutorio o di violenza attraverso i social network o gli smartphone, le vittime tendono a difendersi da sole per evitare di consegnare la propria vita digital ad un adulto.

Violenza contro gli insegnanti: le vittime saranno difese dall’Avvocatura generale dello Stato

Figlia della mancanza di senso civico e di una cultura del rispetto è altresì la violenza nei confronti del personale scolastico e degli insegnanti. A Modena, nel mese di gennaio, un professore è stato aggredito verbalmente e fisicamente da due studenti per aver chiesto loro di spegnere la sigaretta, visto che all’interno dei plessi scolastici vige il divieto di fumo. La colluttazione ha causato all’insegnante 5 giorni di prognosi e scarsa solidarietà da parte dei colleghi.

Episodi simili, però, sono in crescita. Tutelare la dignità professionale e l’incolumità di coloro che svolgono un servizio pubblico, e che sono a tutti gli effetti dei pubblici ufficiali, è un dovere dello Stato. Anche per questo motivo, la circolare del Ministero dell’8 febbraio 2023 comunica che gli insegnanti vittima di violenza a scuola saranno rappresentati e difesi, sia in sede civile sia in quella penale, dall’Avvocatura generale dello Stato. Un docente vittima di violenze da parte dei suoi alunni, insomma, non dovrà più rivolgersi ad un avvocato in forma privata.

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