Covid-19, le ultime dal mondo: cosa ci si dovrà aspettare per il 2023?

Sono trascorsi quasi tre anni da quando l’Italia entrava in lockdown a causa della diffusione del Covid-19. Una pagina buia del nostro Paese e del mondo intero. Oggi, grazie alle precauzioni adottate e alla campagna vaccinale, il virus non si può dire annientato, ma sicuramente contenuto e depotenziato. Tuttavia, arrivano dalla Cina notizie poco confortanti: i numeri di casi e di decessi dettati dalla circolazione inarrestabile della variante Gryphon e della sottovariante di Omicron BF.7 sono in netto aumento.

Covid-19: cosa sta accadendo in Cina

Chiuso il capitolo 2022, se ne apre un altro che ancora vede protagonista il Covid-19. Sono i dati che arrivano dalla Cina a preoccupare non poco i governi del mondo: alcuni Paesi, come Italia e Stati Uniti, hanno già deciso di introdurre il tampone obbligatorio per i passeggeri provenienti dalla nazione asiatica. Tale provvedimento intende evitare una nuova ondata che non solo potrebbe comportare un elevato numero di vittime, ma anche la reintroduzione di misure di sicurezza ormai accantonate.

Pechino e Shanghai sono le città che maggiormente soffrono la diffusione della variante BF.7. Stando a quanto dichiarato dai medici dell’ospedale Deji di Shanghai, al 28 dicembre scorso, si attestava che i casi di positività in città fossero circa 5 milioni e mezzo. Sulla piattaforma social cinese Weibo,  gli operatori del Deji hanno comunicato: “Cadremo in questa battaglia, tutto il personale della struttura verrà infettato, così come le nostre famiglie. Non c’è scelta, non possiamo scappare”. Un messaggio che rimarca la difficile gestione del virus e soprattutto le preoccupazioni legate allo stato di salute di medici e cittadini.

La variante BF.7

La variante BF.7 spaventa il parterre medico-scientifico perché possiede proprietà peculiari: sfugge al sistema immunitario più di altre mutazioni, si trasmette più rapidamente e il periodo di incubazione risulta essere molto breve. A confermarlo è il dottor Li Tongzeng, il quale, prestando servizio in un ospedale di Pechino, si è ritrovato a doversi confrontare direttamente con BF.7. Quanto alla sintomatologia, non è molto differente da quella inerente alle altre varianti del virus già conosciute: febbre, dolori muscolari, mal di gola, tosse e rinorrea.

Anche l’OMS, Organizzazione Mondiale per la Sicurezza, osserva attentamente gli sviluppi di quanto accade nelle regioni asiatiche più colpite. L’Organizzazione ha richiesto dati più “precisi” per valutare il rischio; questo perché, da quando sono state allentate le misure di sicurezza in Cina, non sono più pervenuti dati certi sui ricoveri e sui decessi. Sono stati gli studi o le testimonianze dirette dalle strutture ospedaliere a definire, anche se in maniera abbastanza approssimativa, la gravità della situazione.

Xi Jinping: “Una luce di speranza”

Non stiamo vivendo un deja-vu, questo almeno è quello che afferma il Presidente cinese, Xi Jinping, che anzi parla di “luce di speranza” in merito alla nuova fase della pandemia. Rassicurare la popolazione è l’obiettivo principale, tanto che una delle maggiori agenzie di stampa asiatiche, Xinhua, racconta di un approccio “scientifico e pianificato” adottato per lavorare sul decremento della curva dei contagi.

A fronte di ciò, il governo cinese non ha accolto con favore la scelta di alcuni Paesi, tra cui l’Italia, di introdurre il tampone obbligatorio per i passeggeri provenienti dalla Cina. “Alcuni Paesi hanno messo in atto restrizioni all’ingresso rivolte esclusivamente ai viaggiatori cinesi. Questo non ha basi scientifiche e alcune pratiche sono inaccettabili“, così, nelle ultime ore, il portavoce del Ministero degli Esteri, Mao Ning, il quale ha anche aggiunto che la Cina potrebbe “prendere contromisure, sulla base del principio di reciprocità“.

“Le varianti che circolano in Cina non rappresentano un pericolo per l’Europa”

Ci sono però altri due elementi importanti da considerare. Il Financial Times riporta che l’Unione Europea ha offerto, a titolo gratuito, alla Cina i vaccini così da intervenire in maniera tempestiva ed efficace sul contenimento del virus. Dunque, non mancherebbe la volontà di cooperare al fine di ridurre al minimo il rischio di una nuova epidemia devastante.

In secondo luogo, l’European Centre for Disease Prevention and Control ha chiarito che: “Non si prevede che l’ondata di casi Covid in Cina influirà sulla situazione epidemiologica del Covid-19 nell’Unione Europea e nello Spazio Economico Europeo […] le varianti che circolano in Cina sono già in circolazione nell’UE e, in quanto tali, non rappresentano un pericolo per la risposta immunitaria dei cittadini UE/SEE. Inoltre, i cittadini dell’UE/SEE hanno livelli di immunità e vaccinazione relativamente elevati”.

In attesa di comprendere quali saranno i prossimi sviluppi, il ministro della Salute italiano, Orazio Schillaci, ha paventato l’idea di reintrodurre le mascherine al chiuso e di adottare nuove misure di sicurezza solo se effettivamente i dati dovessero determinare una crisi severa. Nel frattempo, ha invitato i cittadini a essere responsabili.

 

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