Mercato del lavoro nello sport 2022: tendenze e ripresa post-pandemia

Nel 2001 il Consiglio d’Europa ha definito – attraverso la Carta Europea dello Sport – il settore dello sport e dell’attività fisica come “tutte le forme di attività fisica che, attraverso una partecipazione occasionale o organizzata, mirano a esprimere o migliorare la forma fisica e il benessere mentale, a formare relazioni sociali o a ottenere risultati nelle competizioni a tutti i livelli”. L’impatto dello sport a livello nazionale ed europeo è innegabile.

Questo settore genera valore aggiunto e impiega ogni anno un numero significativo di persone. Per comprendere meglio il panorama attuale e le sue evoluzioni, l’EOSE – L’Osservatorio Europeo per lo Sport e l’Impiego ha analizzato le statistiche ufficiali del mercato del lavoro sportivo nell’Unione Europea tra il 2011 e il 2022.

L’analisi ha aperto una riflessione: il mondo dello sport deve essere tutelato e compreso. Dunque, l’Unione Europea necessita di prendere decisioni strategiche per il futuro. Nuove analisi e tendenze del mercato del lavoro nel mondo sportivo, rilevate a livello nazionale ed europeo, costituiscono il punto di partenza per garantire un notevole margine di miglioramento.  

L’improvvisa e inaspettata pandemia di Covid-19, al centro dei dati rilevati fino all’anno 2022, è stata protagonista del cambio di tendenze nella maggior parte degli Stati Membri. Il focus sull’anno 2022 è fondamentale per comprendere il calo di forza lavoro durante la pandemia e sottolinearne la successiva ripresa, tuttora in corso. 

Peculiarità e caratteristiche emergenti

Il mercato del lavoro dello sport è in continua evoluzione. Ad oggi, comprendere le dimensioni, le caratteristiche e le esigenze è fondamentale per un’azione efficace volta a migliorare la vita delle persone, dal punto di vista occupazionale, ma anche della salute e dell’economia. Le annate 2019 e 2020 hanno segnato un forte declino occupazionale con una perdita di 66.842 posizioni lavorative, che rappresenta un calo del 3,7%. Tuttavia, un incremento del 12% ha caratterizzato il 2021 e il 2022 portando a una crescita di 209.178 posizioni. 

Nazioni più popolose chiamano mercati del lavoro più grandi. Infatti Regno Unito, Francia, Germania e Spagna rappresentano rispettivamente il 21,9%, il 16,1%, il 12,3% e il 12% dell’occupazione totale sportiva in Europa. Questi quattro paesi rappresentano il 62,3% del totale occupazionale sportivo in Europa. Nonostante ciò, le singole nazioni sono state fortemente colpite dalla pandemia e in particolare Regno Unito e Germania non hanno ancora recuperato gli stessi numeri del lontano 2019.  

Allo stesso modo, altri Paesi hanno avuto maggiori difficoltà registrando un forte declino, in particolar modo in Lettonia (-49,5%), in Bulgaria (-31,4%), in Croazia (-28,6%) e in Repubblica Ceca (-14,8%). Al contrario, la maggior parte degli Stati Membri ha beneficiato di una crescita positiva post-pandemia, tra gli aumenti più significativi riconosciamo 4 Stati Membri con un incremento del 40%: Lussemburgo (+41%), Slovenia (+71,9%), Grecia (58,6%) e Francia (+75,6%).  

Una questione di genere

Le difficoltà non si limitano ai dati appena citati. Molte delle sfide sembrano essere inarrestabili. Basti pensare che la quasi totalità della forza lavoro nello sport è maschile. Nonostante il tentativo di incrementare il numero di donne lavoratrici nel settore, la loro rappresentanza non supera l’1%. La pandemia non ha fatto altro che amplificare questo gap, già di per sé esteso. Anche sul fronte gioventù è stato registrato un picco verso il basso del 7,9% della forza lavoro nel 2020. Tuttavia, una buona ripresa è stata evidente nel 2022 con un guadagno del 2,8% di giovani coinvolti nel mondo del lavoro. 

Un impatto altrettanto positivo nel 2022 è stato registrato sul livello di qualifica del personale. Se il periodo pre-pandemia rilevava un’alta percentuale di qualifiche di alto livello, il Covid-19 non ha risparmiato neanche questo aspetto. Nel 2020 sono aumentati i lavoratori con qualifiche di livello medio con una diminuzione degli altri. Tuttavia, il periodo post-pandemia ha mostrato una forte ripresa anche in questo senso con un aumento del 9,5% di persone con qualifiche di alto livello.

Nonostante la pandemia abbia accentuato da un lato le disuguaglianze di genere e di competenze professionali all’interno del settore sportivo, segnando un calo del numero di donne che ricoprono posizioni lavorative nello sport e un aumento di lavoratori con qualifiche medie, dall’altro è chiaro che il 2022 abbia portato con sé un’intensa risalita. Questi dati incoraggianti delineano un futuro promettente per lo sport, a patto che si continui a lavorare per colmare i divari esistenti e garantire opportunità. 

Lavoro: segnali di un futuro sportivo positivo

La ripresa è tangibile e visibilmente in atto, ma è necessario uno sforzo da parte dell’Unione Europea per tutelare e valorizzare questo settore strategico. Nonostante le sfide, infatti, il mercato del lavoro sportivo mostra segnali incoraggianti di ripresa e di un futuro radioso. La crescita del 2022 evidenzia una forte resilienza e un potenziale di sviluppo significativo. Tuttavia, le disparità di crescita registrate tra le nazioni mettono in luce anche la necessità di politiche mirate a livello nazionale e europeo per sostenere la ripresa e garantire una crescita inclusiva del settore sportivo. 

Per un futuro promettente si esige un impegno concreto da parte di tutti gli attori coinvolti. Si tratta di un compito che richiede un’azione congiunta da parte di istituzioni europee e non, federazioni sportive e aziende del settore, per costruire un sistema sportivo più inclusivo e sostenibile. Politiche adeguate e investimenti mirati sviluppano il potenziale del mercato del lavoro dello sport per crescere in modo significativo anche nei prossimi anni, creando ulteriori posti di lavoro e contribuendo a una società più sana e attiva.

 

Ha contribuito all’articolo Valentina Di Carlantonio

 

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